Il Podere

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Sinopsis

Il podere, pubblicato postumo nel 1921, chiude la trilogia di Tozzi sull'inettitudine. La vicenda ruota intorno a un appezzamento di terra ereditato dal protagonista, Remigio Selmi, alla morte del padre. Non avendo esperienza, però, il podere va presto in rovina, mentre Remigio, in balia di creditori senza scrupoli, rimane vittima della violenza dei suoi stessi salariati. Anche qui, come nei precedenti romanzi, dominano l'autobiografismo e le conseguenze derivanti dal crescente e inarrestabile urbanesimo. Infatti, lo stesso Tozzi per un certo periodo aveva gestito con difficoltà alcuni terreni ereditati dal padre. Il pessimismo tozziano diventa più cupo e profondo. La solitudine e l'odio prevalgono su tutto. Il linguaggio, privo di ingombranti presenze dialettali, ci appare nitido, aspro e vivace. Tutto ciò contribuisce a fare di Tozzi uno scrittore di lampante modernità e originalità.





Federigo Tozzi nasce a Siena il primo gennaio 1883. Si impone come una della voci più chiare e nuove del realismo del primo dopoguerra, investigando l’Io attraverso i temi dell’inettitudine e i mezzi della psicoanalisi. Tra le sue opere citiamo Con gli occhi chiusi (1919) e Tre croci (1918). Muore il 21 marzo 1920.