L'amore (tradotto): Traduzione Dal Simposio Di Platone

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Sinopsis

Si parla d’amore, ma non vi sono donne. Niente di insolito, nell’antica Grecia, e, pagina dopo pagina, si chiariscono molti aspetti della maschilista società ateniese. Siamo ad una festa tra amici, una allegra serata fra intellettuali, nel quarto secolo avanti Cristo. E fra tutte le regole di un simposio che si rispetti, c'è un argomento a tenere banco: stavolta è l’amore. Che ognuno dei convitati provi a tesserne le lodi: amore celeste e amore volgare, dio o divinità a metà fra l’Olimpo e la terra, amore come spinta verso il bene, unione e armonia fra elementi per loro natura discordanti, momento estremo di educazione dell’anima, molla ispiratrice di ogni arte e di ogni scienza ... E alla fine, nelle parole del grande Socrate, prende forma il mito di Eros, dio e demone, figlio dell’incontro segreto fra Espediente e Povertà. Dal padre eredita capacità inventiva, una vita tutta di astuzie, dalla madre tanta sofferenza e nemmeno una lira in tasca. Amore quindi non è possesso, ma desiderio di possesso, ricerca continua di un qualcosa che non si ha, bisogno e inquietudine, tensione e attrazione al bello. Dalla bellezza dei corpi sino alla bellezza in sé, gradino dopo gradino sino alla necessaria, filosofica sublimazione di un impulso primitivo e universale.



N.B. Il simposio è composto da Platone attorno al 380 a. C., ma, a parte alcune durezze lessicali (peraltro appianate al massimo) e a una costruzione tipicamente dialettico-filosofica (da non smontare più di tanto), è uno scritto davvero senza tempo. All’inizio un po' respinge, poi sorprende e avvince. Indicando, tra le righe, una rotta da seguire anche nel mondo di oggi. Buona lettura!

Roberto Denti